In questa superficie materica si manifesta un rovesciamento affascinante: è il legno, sagomato con delicatezza millimetrica, a emergere in primo piano, mentre il fondo in acciaio spatolato diventa una scena luminosa, pulsante, quasi liquida.
Il legno, inciso in linee fluenti e arabeschi organici, assume una qualità scultorea: non è più decorazione ma gesto, movimento, narrazione. Ogni curva è una traccia di mano, un'impronta dell’intelligenza artigiana che plasma la materia con una precisione che sfiora il digitale, pur rimanendo fieramente umana.
L’acciaio, trattato “a spatola”, introduce un dinamismo visivo inatteso: riflessi irregolari, vibrazioni di luce, gradazioni fredde che dialogano con la tonalità calda del legno. Non sostiene semplicemente la forma: la amplifica, la illumina, la completa.
Questa composizione – legno che emerge, acciaio che respira sotto – è una dichiarazione estetica. Racconta un artigianato che non si limita a mantenere viva la tradizione, ma la trasforma in un linguaggio tecnologico e futurista.
È, in una parola, Via Magellano 10: il luogo dove i materiali parlano il futuro attraverso le mani di chi li lavora.
